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ESCLUSIVA – Cagni: “Inzaghi è la scelta giusta per Brescia. L’ho sentito ed è felicissimo”

Filippo Inzaghi lo ha nominato nella conferenza stampa di oggi e noi l’abbiamo raggiunto telefonicamente: Gigi Cagni ci ha spiegato in esclusiva le sensazioni del nuovo allenatore del Brescia

Bresciano doc, Gigi Cagni ha lasciato a Brescia un ricordo indelebile con la salvezza all’ultima giornata nel 2017. Ai tempi del Piacenza ha allenato Filippo Inzaghi, il nuovo tecnico delle Rondinelle; nonostante la giovanissima età, con i suoi 15 gol il futuro bomber di Juventus e Milan riuscì a far vincere agli emiliani guidati da Cagni il campionato di Serie B.

Inzaghi è il giusto mix tra allenatore navigato e giovani in rampa di lancio: secondo lei può essere la scelta giusta per il Brescia? “E’ la scelta giusta perché io l’ho sentito ed è felicissimo della nuova avventura. Non è un allenatore proprio giovanissimo: ha già ottenuto due promozioni. Ha una grande esperienza personale da giocatore, mentre da allenatore si è più volte rimesso in discussione dopo le annate difficili al Milan e al Bologna. La passata stagione a Benevento non sarebbe dovuta terminare con la retrocessione; ora punta tutto su Brescia: è stato corteggiato da Cellino e si è sentito lusingato.”

Inzaghi ha sempre prestato un’attenzione maniacale ai dettagli: dall’alimentazione fino all’aspetto mentale. “E’ sempre stato è una persona intelligente: sapeva di non essere un giocatore di qualità tecniche individuali importanti e quindi se voleva stare al passo con gli altri per prima cosa doveva stare bene fisicamente. Inzaghi è stato il numero uno nei sedici metri, un goleador nato: già ai tempi della Primavera del  Piacenza ogni volta che il pallone arrivava in area lui segnava.”

In cosa hanno fallito i tre allenatori della prima parte di stagione e grazie a cosa Clotet ha invertito la rotta? “La cosa più difficile di un allenatore è la gestione dello spogliatoio e delle situazioni che si creano durante l’anno. Nella lettura della partita è dove si vede maggiormente la differenza tra gli allenatori.”

Quando il Brescia a marzo è stato ad un passo dalla zona playout molti tifosi speravano nel suo arrivo ricordando la storica salvezza da lei ottenuta: non ha mai ricevuto nessuna chiamata da Cellino? “No, mai.”

In questi mesi ha ricevuto delle proposte da qualche squadra? Ha voglia di tornare in panchina ad allenare? “La mia passione è sempre la stessa, ma negli ultimi anni c’è la nomea che gli allenatori più vecchi predicano un calcio antico che non va più di moda. Il calcio invece è sempre lo stesso, io non vedo grosse novità. Il mio “problema” principale è quello di essere un bresciano vecchio stampo: non ho il procuratore e al giorno d’oggi senza non si lavora. “

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