Per l’ex mediano del Brescia molto dipenderà dai movimenti di mercato a gennaio e se le grandi continueranno con questo ritmo
Cinque stagioni da giocatore, molti anni da tecnico della Primavera: Luciano De Paola è arrivato per la prima volta a Brescia nel 1990, giocando due stagioni in A e tre in B con la “V” sul petto, nei periodi 1990-93 e 1996-98. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per raccogliere le sue impressioni su questa ripresa del campionato.
Quali sono i momenti al Brescia che ricorda con più piacere? “Certamente le due promozioni del 1991-92 e del 1996-97, e in generale le stagioni vissute con Mircea Lucescu in panchina: avevamo una squadra forte e per questo non ho mai digerito la retrocessione del 1993 nello spareggio di Bologna che invece è il momento che ricordo con meno piacere, proprio nell’anno in cui mi nominarono tra i migliori mediani della Serie A”.
Il Brescia di oggi può recuperare i punti che lo separano dalla zona playoff? “Il campionato di B è talmente lungo e strano che paradossalmente il Brescia potrebbe pure chiudere in testa. Dipende però da due fattori: che movimenti ci saranno a gennaio, perché Sabelli è un giocatore importante come lo era Torregrossa; e se le squadre come l’Empoli, che ha grande qualità per quello che ho potuto vedere, riusciranno a mantenere questo livello per tutto il campionato”.
Che caratteristiche dovrebbe avere il sostituto di Torregrossa? “Forse il sostituto c’è già: l’attaccante islandese Fridjonsson di cui molti hanno parlato bene in questi mesi. È alto e forte fisicamente, poi sarà da valutare con le prestazioni sul campo perché molti stranieri hanno faticato all’arrivo nel campionato italiano. Era giusto che Torregrossa andasse a giocare in Serie A, categoria in cui merita di mettersi in gioco”.
La debacle col Vicenza è stata frutto di episodi tutti concentrati in una sera o di problemi tattici e di atteggiamento? “Da quando in panchina è arrivato Dionigi il Brescia ha fatto risultato ogni volta che ha giocato a 4 dietro, mentre è andato in difficoltà quando era schierato a 3, con l’Empoli e col Vicenza. È come se la difesa a 3 fosse un “vestito che non calza” a questo Brescia”.