Cinque anni di presidenza del Brescia: Massimo Cellino non è riuscito a dare un progetto ambizioso alla squadra nonostante un anno di Serie A
“Brescia si è abituata alla mediocrità: sono finiti i tempi dei mediocri a Brescia! Questa è la mia promessa”, sono state queste le prime parole di Massimo Cellino nel suo insediamento a Brescia, datato ormai cinque anni fa. Promessa mantenuta? No, ma di certo ora non si deve sputare nel piatto dove si è mangiato con più o meno gusto.
Perché senza Cellino chissà dove sarebbe ora il Brescia. Acquistato il club a prezzo di saldo, ha risanato i conti della società e ora il bilancio è in positivo, cosa che non tutte le squadre possono essere orgogliose di avere. Il presidente ha poi riportato il Brescia in Serie A con una cavalcata trionfale nel 2019 e senza il Covid e qualche scelta di mercato frettolosa adesso magari staremmo vivendo altro.
Poi nell’ultimo periodo i guai finanziari hanno turbato l’animi da sempre molto irrequieto di Cellino che, dopo le recenti contestazioni, ha deciso di dimettersi. Si può dire tutto e il contrario di tutto al Cellino persona e al Cellino presidente, ma la piazza bresciana si dimentica troppo velocemente la costruzione di un bellissimo centro sportivo a Torbole, la nascita di due store dove poter comprare il merchandising e l’ultimo ritiro in una location difficilmente immaginabile fino a qualche anno fa.