Sergio Domini, ex giocatore del Brescia, è stato intervistato dal quotidiano Giornale di Brescia

Festeggia oggi 60 anni l’ex centrocampista delle rondinelle Sergio Domini che nel corso della sua carriera ha indossato la casacca delle rondinelle dal 1991 al 1994. Il Giornale di Brescia in edicola oggi gli ha dedicato un’intervista.

REGALO PER I 60 ANNI. “Il regalo per i miei 60 anni? Che questa pandemia finalmente finisca. Ci stiamo chiudendo in noi stessi, senza avere contatti diventa tutto più difficile“.

SPAREGGIO CONTRO IL BOLOGNA LA DELUSIONE PIU’ GRANDE. “Quella partita mi è rimasta dentro e ogni volta che la ricordo arriva una fitta al cuore. Di fatto è l’unico neo in una carriera in cui ho sempre centrato gli obiettivi posti dalla società per cui giocavo. Non meritavamo la retrocessione, ma quell’anno successe davvero di tutto anche dal punto di vista arbitrale. Ce ne fecero di cotte e di crude“.

L’ARRIVO A BRESCIA NEL 1991 E L’ESPERIENZA IN BIANCOBLU. “Mi cercò Mircea Lucescu e già questa fu una sorpresa. Poi ebbi un colloquio col presidente Corioni e bastarono 10 minuti per trovare l’accordo. Sa quelle cose a pelle? Ecco, accadde proprio così, sentivo di fare la scelta giusta. Brescia è una città che porto nel cuore e così i suoi tifosi. Ho ancora legami forti, dal mio ex compagno Luciano De Paola a persone fuori dal mondo del calcio che sento settimanalmente. Prima di incontrare Corioni per firmare chiesi ad amici che conoscevano il vostro mondo un pò di informazioni, mi dissero “occhio che se non vinci l’ambiente è bello caldo”. Anche quello mi spinse a scegliere Brescia: lo rifarei pure oggi a 60 anni”.

IL RAPPORTO ODIERNO CON IL CALCIO. “Da quando siamo chiusi in casa per la pandemia ne vedo di più alla televisione, ma spesso mi annoio. Ci sono partite piatte, solo qualche squadra mi fa venire voglia di stare davanti allo schermo. Una volta smesso non sono rimasto nel calcio “che conta” un pò per scelta, un pò perché non mi è stata data l’occasione“.