Nedo Sonetti, ex allenatore del Brescia che domani compie 80 anni, si è raccontato al quotidiano Bresciaoggi
Domani, giovedì 25 febbraio, Nedo Sonetti festeggerà 80 anni e il quotidiano Bresciaoggi lo ha intervistato per ripercorrere la sua carriera prima da calciatore e poi da allenatore.
L’ESPERIENZA DA CALCIATORE. “L’esperienza più importante sono i cinque anni trascorsi alla Reggina, di cui sono diventato anche capitano. Sono anche entrato nella prima Associazione italiana calciatori. Con me c’erano Rivera, Mazzola e De Sisti. Gli avversari più forti sono stati Bettega e Boninsegna, i compagni più forti Toschi e Ferrario in Calabria”.
IL GIOCATORE MIGLIORE ALLENATO. “Zenga. Mi accorsi subito, alla Sambenedettese, che avevo a che fare con un purosangue. Mi telefonò Beltrami dall’Inter, che lo voleva. E’ stato uno capace di riprendere a parare tranquillamente dopo aver sbagliato davanti a 70mila tifosi a San Siro. Zenga… E poi Donadoni. E Stromberg“.
DA ALLENATORE COLLEZIONE DI PROMOZIONI. “Certo: 8 campionati vinti, 7 e un passaggio di categoria con lo Spezia quando divisero la C2 dalla C1. Ma ho altri fiori all’occhiello: una finale di Coppa Italia, Atalanta-Napoli, e i 2 derby su 2 conquistati con il Torino contro la Juventus nello stesso campionato. Non è più successo“.
CORIONI. “Come dimenticare Gino… Mi chiamò a Ferragosto del ’99, stavo in spiaggia dopo aver vinto un campionato con il Lecce. “Delinquente dove sei?” mi disse il Pres… “Dai, vieni a Brescia. Ti devo parlare”. Andai, firmai. E vincemmo il campionato“.
A BRESCIA ANCHE NOVE ANNI DOPO… “Purtroppo erano cambiate tante cose e fu tutto più difficile. Ma il rapporto con la famiglia Corioni è sempre rimasto buono“.
IL BRESCIA QUEST’ANNO. “E’ una sofferenza. Mi spiace tanto, sono rimasto legato. La città meriterebbe la Serie A. Di sicuro non quello che sta vivendo“.