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Cellino come Bonolis: avanti un altro! Ma chi?

Il numero uno del Brescia cambia più tecnici che abiti. Rosa indebolita a gennaio. Forse conviene iniziare a guardarsi alle spalle

In quasi vent’anni di giornalismo ne ho viste e vissute di ogni, ma mi mancava una situazione come questa di Brescia che sta durando da poco più di un anno e mezzo e non sembra esser finita qui. Nessun progetto, poca chiarezza, molta approssimazione e la sensazione, anche per chi osserva il mondo Brescia dall’esterno, che il peggio debba ancora venire.

SERIE A. La promozione nella massima serie aveva fatto ritornare un po’ di entusiasmo in una città che ne aveva bisogno dopo la lunga assenza dal grande palcoscenico. I soldi non mancavano al fine di essere in grado di allestire una squadra in grado di salvarsi, ma alcune scommesse (ad esempio Balotelli, ma siamo sicuri sia tutta colpa di Mario?) sono state perse e i continui cambi in panchina non hanno certo agevolato: si parte con Corini (tecnico della promozione) che resiste fino all’undicesima giornata, poi si passa a Grosso che viene cacciato alla quattordicesima, torna Corini fino alla ventiduesima prima di fare la frittata decisiva assegnando la panchina a Lopez, uomo di fiducia di Cellino. Morale, la squadra retrocede, Tonali viene comunque ceduto ad una buona cifra e si ripartirà per tornare subito in Serie A.

SERIE B. Peccato però che le cose partano subito nel modo peggiore possibile. Nonostante un buon budget a disposizione, la squadra non viene rinforzata e la guida finisce a Delneri che dura due (sì, due) giornate prima di essere cacciato con Lopez che torna a guidare il Brescia. I risultati non sono però soddisfacenti e dopo la decima giornata altro cambio: Gastaldello guida temporaneamente la squadra nel recupero contro la Cremonese in attesa che Dionigi risolva il proprio contratto con l’Ascoli e diventi il nuovo tecnico del Brescia. Dionigi parte anche bene, fa vittorie e punti, sembra essere l’uomo giusto per risollevare le sorti del Brescia.

GENNAIO 2021. Ma non è tutto rose e fiori. Dionigi, per migliorare la squadra, chiede alcuni rinforzi per il mercato di gennaio. E Cellino cosa fa? Cede i tre elementi con maggiore esperienza (Torregrossa, Sabelli e Dessena) rimpiazzandoli con Karacic (che si deve ambientare), due infortunati (Ninkovic non si sa quando rientrerà e Pandolfi ha un problema al ginocchio) e Pajac che non gioca una gara ufficiale da diversi mesi. La rottura sembra ormai inevitabile ma, un po’ a sorpresa nonostante le sconfitte subite a gennaio, Cellino prolunga il contratto al tecnico come “segno di fiducia”. Salvo poi ricredersi due settimane più tardi (di mercoledì sera, a meno di tre giorni da una gara di campionato) decidendo di esonerarlo.

E ORA? A questo punto, in una situazione simile, è veramente difficile pescare dal mazzo. Quale allenatore potrebbe accettare una situazione simile? Un tecnico emergente se ne guarda bene dall’avvicinarsi a Brescia perché potrebbe ritrovarsi una carriera stroncata sul nascere; uno un po’ più navigato, ma ancora nel giro, resterebbe alla finestra in attesa di un’occasione migliore; uno disponibile, ma attualmente sotto contratto con un altro club, preferisce sicuramente una vacanza forzata stipendiata piuttosto che rischiare un’avventura nel caos di Cellino. Quindi le strade sono due: o si richiama uno dei due sotto contratto (Lopez o Delneri) ammesso che accetti il nuovo incarico (ma non è da escludere che piuttosto che tornare al timone del Brescia, diano le dimissioni rinunciando totalmente all’ingaggio), oppure bisogna andare a cercare in quella lista di nomi in cui ci sono quelli un po’ fuori dal giro e che ormai non hanno più nulla da perdere. Come Zenga, Cosmi, Ventura, Cagni, Mutti, Salvioni, Maifredi, Zeman, Papadopulo e molti altri.

LA CONCLUSIONE. Indipendentemente dal nome che farà a breve Cellino (potrebbe anche promuovere Gastaldello affiancandogli un patentato), la situazione è tutt’altro che rosea. Gli ultimi risultati negativi – la cui colpa non è esclusivamente addossabile al solo Dionigi – hanno fatto retrocedere le Rondinelle in classifica e ora sarebbe opportuno iniziare veramente a guardarsi alle spalle. La zona play-out è lì, basta fare un altro passo da gambero e ci si è dentro in pieno. Uscirne non sarà facile: fino a che l’ambiente interno al club non sarà compatto e andrà unito in un’unica direzione, la zona torbida della classifica diventerà la nuova casa del Brescia. Ma se le premesse sono quelle di questi giorni, i tifosi delle Rondinelle si preparino ad altri mesi di sofferenza.

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