Carlo Mazzone è sinonimo di grande calcio a Brescia: nei tre anni sotto la sua gestione sono passati giocatori come Baggio e Guardiola
Questa è la pagina dedicata a Carlo Mazzone. Nato a Roma nel 1937, calcisticamente crebbe nel Latina prima di approdare ad Ascoli dove collezionò oltre 200 presenze come difensore. Appese le scarpette al chiodo, Mazzone intraprese la carriera da allenatore ripartendo proprio da Ascoli per poi passare in piazze più importanti come Firenze, Bologna e Roma.
Approda sulla panchina del Brescia nel 2000 e subito convince Roberto Baggio a seguirlo: il legame tra i due è talmente forte che il Divin Codino firma il contratto inserendo una clausola che gli avrebbe permesso di rescinderlo nel caso in cui Mazzone avesse cambiato squadra. Sono anni d’oro per le Rondinelle che non solo centrano ripetutamente la salvezza, ma si qualificano addirittura per l’Intertoto grazie ad un settimo posto da record.
La finale persa per due pareggi contro il Paris Saint-Germain grida ancora vendetta, ma intanto Corioni continua a imbastire una squadra da sogno aggiungendo pezzi pregiati come Toni, Appiah e Guardiola. Mazzone invece dirige tutto alla grande ed è il primo allenatore (cosa che fece poi anche Ancelotti al Milan) a spostare Pirlo in una posizione più arretrata rispetto al suo ruolo naturale di trequartista.
Pensi a Mazzone e inevitabilmente salta in mente il 30 settembre 2001: l’allenatore promise ai tifosi dell’Atalanta che lo avevano insultato di venire sotto la curva in caso di pareggio. Il 3-3 finale lo firma Baggio al 90′ e la promessa viene mantenuta per una corsa che è ancora oggi simbolo di rivalsa.
Nel 2003 saluta Brescia e torna a Bologna prima di ritirarsi definitivamente nel 2006 chiudendo la carriera da allenatore a Livorno. Il suo palmares recita un campionato di Serie C con l’Ascoli nel 1972, una Coppa Intertoto con il Bologna nel 1998 e una panchina d’oro alla carriera nel 2002.
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