Un po’ catalano un po’ bresciano. La doppia anima vincente di Clotet
C’era anche Pep Clotet ieri al Festival dello Sport in corso a Trento. Il tecnico delle rondinelle ha parlato all’evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport e l’edizione odierna del Giornale di Brescia riporta le sue dichiarazioni.
SIMILITUDINI CON GUARDIOLA (NOME, ORIGINI E GIOCO). “Non mi posso paragonare a lui. Parliamo di un allenatore di primo livello, che sta contribuendo a cambiare il calcio. Il suo stile mi piace molto, e ovviamente influenza il mio, come quello di tutti gli altri allenatori catalani. Per me è un riferimento“.
TECNICO GIRAMONDO APPRODATO IN ITALIA. “Le difficoltà, per un tecnico straniero, non mancano. La prima riguarda la lingua, per non parlare dell’organizzazione tattica dei colleghi, che sotto questo profilo sono dei maestri. E poi il campionato di Serie B è complicatissimo, tutti possono vincere o perdere contro chiunque. Chi si cimenta in questo torneo e poi riesce ad arrivare in Serie A ha un vantaggio rispetto agli altri“.
OBIETTIVO STAGIONALE. “Cellino non mi ha mai parlato di Serie A, sa che nei miei confronti sono esigente almeno quanto lui. La pensiamo allo stesso modo, l’unica richiesta che mi ha fatto è quella di costruire una squadra giovane e con una buona mentalità, che possa raggiungere la salvezza il prima possibile. E’ consapevole del fatto che nel calcio non si possano fissare obiettivi, perché ci sono molte variabili che non dipendono da noi. I bresciani mi hanno insegnato a mantenere i piedi per terra. Abbiamo le nostre idee e vogliamo far innamorare i nostri tifosi”.
