Il gioiellino cresciuto a Brescia parla del suo passato
Cher Ndour ieri pomeriggio è stato protagonista nell’1-1 in Youth League tra Juventus e Benfica. Il 18enne è nato da mamma bresciana e papà senegalese, è cresciuto giocando all’oratorio di San Giacomo per poi indossare le casacche di Brescia, Atalanta e appunto delle Aquile. Il quotidiano piemontese Tuttosport lo ha intervistato ripercorrendo quella che è stata la sua carriera.
IL TRASFERIMENTO DAL BRESCIA ALL’ATALANTA. “Ho giocato con le rondinelle dai 6 ai 10 anni, ma il club della mia città all’epoca non se la passava bene, mi arrivò quindi l’Atalanta che ringrazio per avermi fatto maturare con allenatori come Giordani, Rebba, Di Cintio e Fioretto. Quando arrivò la chiamata del Benfica non potevo dire di no, sono in uno dei settori giovanili migliori al mondo e anche in questo caso i miei genitori, pur consigliandomi per il meglio, mi hanno sempre lasciato l’ultima decisione. Sto benissimo, vivo e gioco e in una città fantastica“.
TIFA JUVENTUS, MA IL LEGAME CON BRESCIA E’ RIMASTO. “Paul Pogba è il mio idolo, spero di rivederlo presto in campo perché giocatori così fanno bene al calcio. Sono tifoso juventino,
ma non stavolta perché il Benfica ora è la mia casa e la mia testa e il mio cuore sono per questo club. Sono rimasto anche tifoso del Brescia: quando torno a casa, vado a vedere le partite
delle rondinelle al bar o a casa dei miei amici, loro seguono sempre la Leonessa“.