Un patron a volte poco capito dalla sua stessa città, nel ritratto che ne ha fatto Bresciaoggi
Anche Bresciaoggi ha ricordato la figura di Gino Corioni a cinque anni dalla sua scomparsa. L’accento è soprattutto sul rapporto controverso e a volte conflittuale con l’ambiente bresciano di colui che fu proprietario della squadra dal 1990 al 2014.
LA CITTA’ – Negli ultimi anni, tra la fine della presidenza (nel 2014) e la scomparsa nel marzo 2016, l’ex patron del Brescia aveva riflettuto a lungo sul perché quasi nessuno lo avesse appoggiato: “La verità è che non piacevo”. Tra molti errori, però, spicca la grande passione dell’ultimo vero presidente-tifoso dei biancoblù, che riuscì a portare campioni mai visti da queste parti e soprattutto i cinque anni consecutivi di A, mai più replicati. A fare male, anche la contestazione della notte europea del 2001 che poteva portare il Brescia in Uefa.
L’ADDIO – Per il giornale Corioni, in retrospettiva, avrebbe potuto lasciare qualche anno prima, magari dopo la promozione 2010. Ma “è facile dirlo adesso” e al di là di questo la città e l’ambiente dovrebbero rendergli onore in modo adeguato.