Per l’ex giocatore e tecnico del Brescia il modulo non è decisivo
L’ex giocatore e allenatore del Brescia Alessandro Calori è stato intervistato da Bresciaoggi nel post Brescia-Chievo, la prima partita delle Rondinelle senza subire gol dopo 19 gare in cui la “porta inviolata” era solo un ricordo. Nel suo primo periodo in panchina il Brescia trovò la celebre serie positiva da 907 minuti di inviolabilità, risalendo dal 19° all’8° posto in Serie B 2011-12. Ecco un estratto delle sue parole.
LA DIFESA – “A livello mentale non prendere gol è un traguardo molto importante. Un punto d’arrivo che dopo tante settimane diventa chiaramente un punto di ripartenza. L’idea vincente è il lavoro di gruppo, poi vengono i singoli. L’atteggiamento di tutta la squadra esalta o deprime la difesa: a meno che tu non abbia Nesta o Cannavaro, a quel punto puoi accettare gli uno contro uno sempre e comunque, serve un’organizzazione eccellente per arrivare all’impermeabilità. Con Joronen il Brescia è in buone mani, è esperto come lo era Arcari: il loro ruolo è spietato, ogni errore viene ingigantito”.
TATTICA – “La moda di manovrare dal basso sta cambiando già: a meno che tu non abbia Bonucci, che senso ha che il tuo portiere tocchi più palloni del centrocampista centrale? Quel vizio sta già passando, anche perché se chi ti affronta sa che imposti sempre e comunque dal basso, ti pressa a uomo e non ti fa respirare. Un professionista deve saper cambiare modulo: Maldini restava Maldini sia da terzo centrale sia da quarto di una difesa a quattro. Contano i principi, un centrale deve imparare tante cose perché difendere è un’arte”.
IL CAMPIONATO – “La B è lunga, può succedere di tutto. Per questo chi ha continuità va lontano. Noi fummo bravi a tirarci fuori dai problemi con una serie positiva. Dev’essere l’obiettivo ideale anche di questo Brescia”.