Intervista all’ex centrocampista che dopo l’esordio con la V sul petto nel 1995-96 è transitato da diverse squadre italiane, ma sempre con i colori biancoblù nel cuore

Tifoso e giocatore del Brescia anche se in prima squadra solo per un anno, Sergio Volpi ha esordito in una delle stagioni più difficili, quella della salvezza di Cesena del 1996. Poi il passaggio al Bari e la maturazione di una carriera che lo ha portato a giocare oltre 300 partite in Serie A, ma senza mai dimenticare la maglia con la V sul petto.

Un momento da ricordare in particolare dell’esperienza al Brescia?
“Sicuramente l’esordio ufficiale in prima squadra, nel 1995 a Pescara. Per chi “sente” questa maglia sulla pelle credo sia questo il momento più importante, a maggior ragione se si tratta di un ragazzo cresciuto nelle giovanili come me: sono di Brescia, ho sempre tifato Brescia e tuttora seguo la squadra al di là del fatto che si trovi in B o lotti per l’accesso alla Uefa”.

Questo Brescia ha bisogno di intervenire a gennaio o secondo lei i vari rientri e la possibilità di entrare in forma per chi è stato assente finora porteranno a una svolta?
“Penso che più che altro si tratti di trovare un po’ di continuità: la squadra ha delle qualità, altrimenti non avrebbe portato a casa partite difficili come quella di Ferrara. Tra virus e infortuni molti dei protagonisti sono stati lontani dal campo e alcuni di loro non sono ancora al cento per cento. Con i rientri degli ultimi giocatori assenti e la crescita di condizione degli altri il Brescia può competere con le rivali playoff”.

Il Brescia è sufficientemente “coperto” nel ruolo del regista, la posizione che ricopriva da giocatore?
“Anche sotto questo aspetto credo vada dato tempo a chi è protagonista in quel ruolo, in questo caso van de Looi. Ripeto, se non c’è qualità non riesci a vincere determinate partite”.

Vede analogie con la situazione di quella difficile stagione 1995-96?
“Rispetto a 25 anni fa si tratta di un altro calcio. Non credo ci siano analogie, l’arrivo del presidente Cellino ha portato il Brescia a intraprendere un altro tipo di percorso, passato anche da diversi cambi di allenatore. La Serie B è ancora lunga e le possibilità di risalire ci sono”.