L’ex giocatore del Brescia, Marco Piovanelli, ha parlato ai canali ufficiali del club a 30 anni dalla vittoria delle Rondinelle nella Coppa Anglo-Italiana, il 20 marzo 1994, battendo 1-0 in finale il Notts County. Di seguito le parole di Piovanelli:
“La Coppa Anglo-Italiana è stata una bellissima esperienza. E’ stata una novità per tutti noi: l’obiettivo principale era il campionato, e la coppa l’abbiamo presa come esperienza da vivere appieno, soprattutto in Inghilterra dove il clima era stupendo: stadi sempre pieni e gente molto appassionata. Poi l’appetito vien mangiando, andando avanti ci abbiamo creduto fino alla fine. Stavamo davvero bene”.
IL NOTTS COUNTY – “L’avevamo affrontato nel girone e l’avevamo battuto 3-1, poi l’abbiamo incontrato nuovamente in finale ed era tutto diverso, a partire dall’ambiente. E’ stata una partita completamente differente, in uno stadio di Wembley tutto esaurito. La trasferta fu organizzata benissimo, con le famiglie al seguito”.
WEMBLEY – “Solo quando ti avvicinavi allo stadio da fuori era impressionante. Da dentro uno stadio meraviglioso. Tra l’altro proprio dopo quella partita iniziarono i lavori di ristrutturazione dell’impianto”.
I TIFOSI – “Li sentivamo. Tutti i tifosi ci hanno sostenuto e ci hanno accolto con una grande festa in aeroporto. Molti di loro hanno fatto avanti e indietro in giornata. Grandi sacrifici pur di starci vicino. Sono stati veramente bravi”.
IL GOL VITTORIA – “E’ stata una sensazione incredibile. Una cavalcata che ha portato all’epilogo finale che è stato stupendo: il gol vittoria? Una bella azione concretizzata dal gol di Ambrosetti. Una gioia incredibile”.
L’ESPERIENZA – “Rimarrà una pagina indelebile nella storia del Brescia. E’ una bella sensazione aver fatto parte di quel gruppo. Noi siamo arrivati due o tre giorni prima della finale, in un hotel stupendo immerso nel verde. La preparazione l’avvicinamento al match fu veramente bellissima. L’attesa, soprattutto tra noi giovani, era spasmodica: tutti chi chiedevamo come fosse giocare a Wembley che, all’epoca, ero lo stadio più importante di tutti”.