Sulle colonne del Bresciaoggi Fabio Corioni ha parlato di Rolando Maran, svariando dal passato fino al presente. Il figlio dell’ex presidente ha prima iniziato con l’ammettere l’errore del padre nel 2006: “Il calcio di Maran non era quello che mio padre voleva. Non per niente aveva in testa Zeman. Maran non faceva un gioco champagne, come avrebbe voluto papà. Lui godeva con Maifredi. II suo cruccio era questo: se andiamo in finale play-off con il Torino, giocando così, perdiamo. Profezia che noi stessi smentimmo nel 2010, quando andammo in Serie A vincendo la finale play-off contro il Torino. Quel Brescia in casa dimostrava tutta la sua forza e vinceva spesso, ma in trasferta si accontentava del punticino. La settimana prima di quel 3-0 al Pescara, perdemmo a Trieste per 1-0 senza mai tirare in porta. Questo era Maran allora: in trasferta il suo era il calcio del primo non prenderle Papà diceva, e non aveva torto, che il Brescia era forte, aveva un campioncino come Hamsik in rampa di lancio. E quindi doveva giocare per vincere sempre, non solo in casa.”
Fabio Corioni ha poi proseguito: “Maran, oltre a essere un ottimo allenatore, è una persona perbene. Anche a distanza di anni papà parlava sempre di Lucescu, ma non è l’unico tecnico di valore passato da Brescia. Altri non erano scarsi: Reja, che con noi si è lasciato male ma ha fatto un grande percorso, o stesso Maran. Anche noi sicuramente sbagliavamo qualcosa nella gestione. La motivazione dell’esonero ci poteva stare, fu sbagliata l’alternativa. Ma Maran è bravo e lo ha dimostrato: in questo momento per il Brescia è il meglio, spero faccia grandi cose.”