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Gennaro Borrelli indossa la maglia con il numero 29, proprio come Andrea Caracciolo nei suoi primi anni a Brescia

Simili. O almeno si spera. Perché se Gennaro Borrelli sarà in grado di eguagliare Andrea Caracciolo il Brescia avrebbe risolto il problema dell’attaccante. A segno con un gol strepitoso a Lecco, l’ex Frosinone si è fatto apprezzare per le tante giocate e la tanta voglia di mettersi in mostra. Proprio come l’Airone. Altezza uguale (1,94m), i due hanno grande abilità nel gioco aereo, ma non disdegnano colpi pregiati anche con i piedi.

A vederlo in campo Borrelli ricorda un po’ Caracciolo, forse proprio quel numero sulla maglietta. Perché il primo Airone non poté scegliere i numeri più pregiati per un attaccante già occupati da gente come Toni e Tare, mentre l’ex Frosinone è stato l’ultimo acquisto del mercato e Bianchi e Moncini si erano già accaparrati il 9 e l’11. Poco importa, scelta sul 29. Caracciolo con quel numero debuttò contro il Tatabánya in Intertoto e realizzò la prima rete con la V sul petto solo a marzo firmando una doppietta contro il Piacenza.

Borrelli ci ha impiegato meno tempo: seconda partita, prima da titolare, e subito un gol da cineteca. Già contro il Cosenza aveva fatto intravedere ottime giocate colpendo un palo di testa e sfiorando il matchpoint in contropiede. A Lecco invece al terzo minuto ecco la perla che spiana la strada al Brescia: ma limitarsi a quello sarebbe ingiusto. Gennaro ha aiutato la squadra in difficoltà e si è caricato il peso dell’attacco sulle proprie spalle: forse, finalmente, le Rondinelle hanno un vero bomber.

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