L’ex centrocampista del Brescia si è detto molto legato alle rondinelle, anche se è rimasto dispiaciuto per come finì la sua avventura
Alessandro Budel è stato intervistato da officialmagicsportsmoments e ha risposto a cinque domande. Tre riguardano il suo passato, mentre due sono piuttosto attuali.
Nella tua carriera hai cambiato diverse squadre, c’è una squadra che ti è rimasta più nel cuore?
“Ho cambiato molte squadre, ma quella alla quale sono più legato è sicuramente Brescia perché ci sono stato 6 anni, ho vinto un campionato e sono stato il capitano“.
Quale allenatore tra quelli che hai avuto ti ha trasmesso di più?
“Mandorlini. E’ il primo allenatore che ho avuto e amava la gente con personalità e a me non è mai mancata. Giampaolo è molto bravo a livello tattico sul campo, mentre di Calori ho apprezzato le capacità nel gestire lo spogliatoio“.
Quale episodio ricordi con più affetto e quale con più amarezza?
“L’esordio a San Siro con la maglia del Lecce è stato un momento bellissimo perché è una cosa che sogni fin da bambino e perché c’erano tanti miei amici in curva con gli striscioni. Ricordo con affetto anche i campionati vinti a Parma e a Brescia. Ricordo invece con amarezza la retrocessione con l’Empoli dopo una grande cavalcata e l’ultimo anno a Brescia perché mi è spiaciuto essere stato messo da parte dopo aver dato tanto“.
Tra i tuoi ex compagni che hai avuto, c’è qualcuno che senti/vedi tutt’ora?
“Mi vedo ancora con tanti. Sono socio di Nicola Amoruso nel padel, Canini è un mio grande amico. Mi vedo e mi sento ancora con Arcari, Panucci e praticamente tutti gli ex calciatori che ora sono a Dazn: Tiribocchi, Parolo, Di Biagio, Marcolin e Gobbi“.
Se potessi dare un consiglio ad un giovane talento emergente, che consiglio daresti per cercare di arrivare in alto come sei arrivato tu?
“Giocare a calcio è una fortuna e il consiglio che mi sento di dare è quello di divertirsi quando lo si fa. Anche se è una professione bisogna viverlo come un gioco, perché quello è“.