L’ex presidente del Brescia femminile, vincitore dello scudetto nel 2014 e nel triplete 2016, rompe il silenzio rilasciando un’intervista al dorso bresciano del Corriere della Sera.
Giuseppe Cesari anche a distanza può gioire del raggiungimento del traguardo del professionismo. “Il professionismo era una mia battaglia ed la conquista strameritata delle giocatrici“.
Questo passaggio può essere fondamentale per colmare il divario con le altre nazionali, più prestanti dal punto di vista fisico. “Le ragazze all’estero fanno lavori che qui non si usano: in Italia siamo troppo concentrati sulla tattica. Bergamaschi quando è arrivata a Brescia dalla Svizzera aveva massa muscolare tripla rispetto a ora“.
Anche perché la qualità non manca e parte del merito spetta a quel Brescia stellare. I riferimenti dell’attuale nazionale: Girelli, Bonansea, Sabatino, Gama, Linari, Cernoia e Rosucci provengono proprio da quell’esperienza biancazzurra. “Noi duriamo poco fisicamente, teniamo il ritmo delle grandi solo per un tempo. E poi se guardiamo alle formazioni, gioca sempre il mio Brescia“.
