Poco più di quattromila persone erano presenti sabato al Rigamonti nonostante il secondo posto (poi primo) in classifica del Brescia
Uscendo dallo stadio, nonostante la vittoria e il momentaneo (poi confermato il giorno dopo dalla sconfitta del Pisa) primo posto in classifica, la ma mente non si godeva a pieno i tre punti e cercava di darsi una risposta ad una domanda spontanea per un cuore biancoblu: come mai il Rigamonti era praticamente vuoto? Sembra strano, quasi assurdo per una squadra che veleggia a gonfie vele e che incarna alla perfezione lo spirito di un allenatore che è un idolo per molti tifosi.
Con il nuovo decreto legge il Rigamonti potrebbe contenere 14.649 spettatori, ma sabato il dato del pubblico presente parlava di 4.145 tifosi. Una miseria, sinceramente. Non c’era nemmeno l’attenuante del meteo o dell’orario visto che sabato alle 16:15 c’era un timido sole senza un freddo particolarmente intenso. Oltre al pubblico non numeroso, soprattutto nel secondo tempo quando il Brescia faticava a sbloccare il risultato contro l’ultima in classifica, dalla tribuna e dalla gradinata si è sentito qualche fischio di disapprovazione. Troppo, ripeto, per una squadra al vertice del campionato.
Il vero interesse del pubblico bresciano si vedrà magari da marzo in poi, con il ritorno della bella stagione, in caso di alta classifica: se l’obiettivo Serie A sarà ancora lì alla portata, sono pronto a scommettere che inizierà la caccia al biglietto al Rigamonti. Purtroppo Brescia vive così: vuole il grande calcio, ma non sa godersi il percorso di avvicinamento. Vuole tutto e subito, paragonandosi a Inter e Juventus o puntando a diventare come i rivali dell’Atalanta. Ci vuole però un progetto, ci vuole calma e soprattutto ci vuole più attaccamento, sempre.
