Il “doppio” ex, cresciuto nel Crotone, giocò una stagione anche nel Brescia
Sono pochi i “doppi” ex di Brescia e Crotone prima della scalata alla Serie B e poi alla A dei rossoblu, nel nuovo millennio. Tra questi c’è Gabriele Messina, classe 1956, che dopo la trafila nel vivaio della sua città natale – Crotone appunto – ha girato l’Italia giocando anche nel Brescia (1 gol in 14 presenze nella stagione 1981-82) e per tre anni nel Palazzolo prima di chiudere la carriera al Pergocrema. Lo abbiamo sentito per chiedergli un parere sulla sfida di Coppa Italia di lunedì alle 17.45 e sul campionato che sta per iniziare.
Come vede le ambizioni del Crotone dopo la retrocessione? “Punterà certamente a risollevarsi subito, nelle ultime stagioni si è alternata tra la lotta per salvarsi in A e quella per l’immediata promozione dalla B. Quest’anno poi sarà allenata da un crotonese (Francesco Modesto, ndr) che potrà provare a dare quella carica in più. La partita di lunedì si preannuncia equilibrata, ma con l’incognita del grande caldo di questi giorni”.
Cosa può dare in più Inzaghi al Brescia, e secondo lei su cosa punterà? “L’ho conosciuto nell’anno in cui ha giocato nell’Atalanta, quando ero dirigente. Lui è molto determinato, crede nella forza del gruppo che in B è fondamentale per vincere e ha già fatto vedere questo aspetto sia a Venezia sia a Benevento. Il Brescia ha costruito una buona squadra, sicuramente può puntare in alto anche se in B ci sono tanti fattori”.
Condivide anche lei l’idea che la Serie B di quest’anno sia una “A2”? “È vero che ci sono tante squadre importanti, ma il divario tra A e B è molto ampio. La qualità che c’è in A è di un altro pianeta, in B giocano moltissimi giovani e giocatori che devono affermarsi. Gli esempi sono le stesse Benevento e Crotone dello scorso anno, squadre che salgono con una grande volontà (il Benevento aveva fatto un ottimo inizio) ma che poi pagano con la poca esperienza quei dettagli che fanno la differenza tra vincere e perdere”.
