L’ex attaccante e simbolo del Brescia ha parlato delle rondinelle raccontando anche il suo ritorno in B nel gennaio 2008
Nel weekend in arrivo prenderà il via il campionato di Eccellenza con un nuovo e particolare format. Tra i protagonisti, con la maglia del Lumezzane, c’è anche il simbolo più recente del Brescia Calcio: Andrea Caracciolo. L’Airone, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera di Brescia, ha parlato del suo legame con la squadra e la città, raccontando un aneddoto sul suo ritorno in biancazzurro nel mercato invernale del 2007/08.
IL LEGAME CON LE RONDINELLE E I TIFOSI. “Non si spezzerà mai. Mi commuovo ogni volta che ne parlo. Credo che la gente mi abbia sempre riconosciuto come uno di loro, uno che ha sempre dato tutto e che ci ha sempre messo la faccia. Quella maglia mi dava superpoteri. Come nel 2008, appena arrivato dalla Sampdoria dopo un periodo difficile: entro dalla panchina contro il Grosseto e al primo pallone toccato segno“.
SUL TRASFERIMENTO NEL GENNAIO 2008. “Quella volta volli fortemente tornare, nonostante la B. All’ultimo giorno di mercato la Samp mi aveva praticamente già venduto al Torino, mentre io ero a Milano con il presidente dei Glasgow Rangers, che era venuto con un charter per portarmi in Scozia. Gli dissi che se non fossero arrivate altre offerte entro le 19 sarei salito sul volo, mentre al cellulare minacciavo Marotta che se non avesse trovato l’accordo con il Brescia sarei scappato sei mesi a Portofino. Firmai per il Brescia alle 19 passate. Scelte come quella mi hanno portato a segnare 179 gol con la stessa maglia e mi hanno reso l’uomo che sono“.