Il portiere del record di imbattibilità è tornato sui trascorsi con le Rondinelle

La Provincia di Cremona ha intervistato Michele Arcari, il portiere dei 907 minuti di imbattibilità con il Brescia 2011-12. Nella lunga chiacchierata con il quotidiano della sua città (è originario e vive tuttora ad Annicco, paese poco distante dal capoluogo) l’ex numero 1, oggi preparatore dei portieri della Primavera, è tornato sulle 11 stagioni da giocatore delle Rondinelle.

LA CONSACRAZIONE – “Dopo Pizzighettone pensavo di aver chiuso col calcio. Ancora una volta è stato Giacomo Violini a chiamarmi a Brescia per dare una mano ad Agliardi e Viviano. Ho giocato l’anno della promozione in A e poi nella massima categoria. L’episodio con Eto’o? L’arbitro aveva fischiato un rigore dubbio all’Inter e mi si era slacciata una scarpa, chiesi all’arbitro di potermela allacciare. Di fronte al suo no si è fatto avanti Eto’o. Una foto che ha fatto il giro del mondo”.

CORIONI E IL RITIRO – “Corioni mi chiamava “el ciapamusche”, mi voleva bene. Non è casuale che sia riuscito a portare a Brescia giocatori come Guardiola e Baggio. Quando nel 2017 Castagnini e Sagramola mi dissero che mi avrebbero visto bene ad allenare i portieri del Brescia ho capito che lì veramente si era conclusa una lunga avventura. Ci sono rimasto male, ma poi ho capito che non si poteva rifiutare una proposta di lavoro nel mondo che ti aveva fatto diventare grande. Ho cominciato con gli Under 17 e adesso alleno i portieri della Primavera del Brescia. Continuo ad andare avanti e indietro da Annicco come facevo da giocatore”.