Antonio Vettore, ex portiere del Brescia, ha ripercorso gli ultimi vent’anni parlando degli estremi difensori biancazzurri
Dal 1991 al 1994 Antonio Vettore ha indossato la maglia del Brescia ottenendo una promozione dalla Serie B alla Serie A a difesa della porta delle Rondinelle.
L’ex estremo difensore biancoblù, che ha giocato anche nel Milan, è stato intervistato dal Bresciaoggi. Durante l’intervista ha ripercorso gli ultimi 20 anni parlando dei portieri che si sono alternati indossando la casacca con la V sul petto. Grande risalto viene dato a Michele Arcari nel 2011/12 realizzò il record d’imbattibilità con 907′ senza subire gol
SU JORONEN. “Credo che Joronen abbia tutto quello che serve per seguire le orme di Arcari. All’inizio Jesse ha faticato perché credo si aspettasse di restare in Serie A, come Sabelli e Torregrossa. Poi loro sono andati via, lui è rimasto e ci ha messo un pò a ritrovarsi sul piano mentale. Ma la parata che ha fatto domenica su Djordjevic è stata determinante: se continua così, il campionato del Brescia può cambiare“.
SU CASTELLAZZI. “Non era il mio ideale, ma l’efficacia non gli mancava e ha fatto bene: affidabile. Per questo lo preferivo a Sereni, dotato ma incostante“.
SUL COMPIANTO SRNICEK. “Rispetto a Castellazzi era molto più istintivo, meno riflessivo. Abituato a un calcio molto più dinamico come quello inglese“.
IL PIU’ FORTE DI TUTTI. “Viviano. Ha fatto una bella carriera ma non è stato fortunato, ha avuto guai fisici in momenti cruciali. Valeva la Nazionale, ha niente di meno di Ospina e Dragowski. Arcari invece ha cominciato da dodicesimo, ma grazie alla professionalità e alla bravura è diventato un recordman. Lavoro, costanza: quella è la strada“.
