Per l’ex tecnico del Cittadella il mercato di gennaio non ha mosso grandi nomi
Cittadella e Claudio Foscarini, un binomio che ha contribuito a rendere i granata una presenza fissa della Serie B: il tecnico veneto, formatosi come allenatore nella Bergamasca, ha guidato il Cittadella dal 2005 al 2015 (era in panchina anche nella celebre semifinale playoff del 2009-10 con il Brescia). Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per chiedergli le sue impressioni sulla sfida di sabato e sul mercato delle due squadre.
Come giudica il mercato di Brescia e Cittadella? “Era prevedibile che a gennaio non si muovessero grandi nomi. Il Cittadella si è limitato, negli ultimi giorni, a uno scambio tra punte prendendo Beretta. A questo punto della stagione conta più avere un’intelaiatura, un’identità che il Cittadella ha acquisito. Tranne il Monza, che è partito con determinate ambizioni e si è assicurato, si poteva pensare che a gennaio le altre avrebbero fatto pochi acquisti importanti”.
Serviva qualcosa in particolare al Brescia? “Di certo la perdita di Torregrossa ha tolto molto al potenziale della squadra: in difesa ci sono buoni giovani emergenti e anche il centrocampo del Brescia ha elementi di valore, avrei preso un attaccante che potesse fare da riferimento da affiancare a quelli che erano rimasti in rosa perché senza di lui manca qualcosa al reparto. Il vero problema del Brescia però è trovare un’identità e i vari cambi di allenatore che ci sono stati non hanno aiutato a farlo”.
Che importanza avrà la partita di sabato? “Sarà fondamentale per tutte e due, in particolare per il Brescia che ha una rosa da cui ci si aspettava di più. Come ho detto, il Cittadella ha una sua identità e lo si vede anche nei momenti in cui le cose non vanno bene, come in queste ultime partite”.