Tra gli argomenti toccati la militanza nel Brescia con Baggio e Guardiola ma anche le stagioni più recenti
In un lungo intervento ai microfoni di Taca La Marca (Radio Musica Television) l’ex difensore del Brescia Victor Hugo Mareco ha parlato dei 10 anni trascorsi a Brescia, corredati da 230 presenze e 8 gol.
BAGGIO – “Certamente la maglia più preziosa che ho “raccolto in carriera” è quella di Roberto Baggio. Molte persone venivano appositamente dal Giappone o dalla Cina per farsi una foto con lui. Questo dà la dimensione della sua grandezza, ma ha sempre mostrato una grandissima umiltà. Il gol che mi ricordo maggiormente è il numero 200: Roby è solo in mezzo a 5-6 difensori tra cui Matteo Ferrari, eppure riesce a gare una finta, tirare e metterla esattamente dove voleva. Marcare giocatori come lui o Tare in allenamento era difficilissimo. C’erano un grande spirito e una grande competizione”.
MAZZONE – “Gli devo tanto, mi ha fatto esordire in Serie A nel 2002 e mi ha dato grandissima fiducia. Avevo 18 anni, mi ha insegnato tanto ed è una grande persona oltre che un grande tecnico. Anche se a volte avevo più paura di lui che degli avversari”.
GUARDIOLA – “Giocare con lui fianco a fianco è stata una delle esperienze più belle della mia carriera. Non posso dire che mi sarei aspettato che sarebbe diventato un tecnico così determinante e vincente, però in campo era già un allenatore: si vedeva da come si muoveva, da come giocava, da come sapeva sempre come fare”.
LE ULTIME STAGIONI – “Il ricordo che porterò sempre con me è quello del gol contro il Cittadella, nei playoff: ero in tribuna nella gara precedente a Padova e dissi a Corioni che volevo giocare a tutti i costi contro il Cittadella. Poi è andato tutto bene: ho giocato, ho segnato, abbiamo vinto e battendo il Torino abbiamo riconquistato la Serie A. Ci sono stati tanti momenti belli, ma questo li batte tutti. Un altro match che ricordo con piacere è la vittoria in B con la Juventus, con la tripletta di Serafini. Hamsik parlava poco, si allenava duramente ed era un leader. Non sono sorpreso che Cragno sia diventato uno dei migliori portieri in Italia”.