Maran sceglie un minimo di turnover lasciando Bjarnason in panchina per Bianchi, con Bisoli in mezzo al campo nel ruolo di regista insieme a Bertagnoli. Fabregas risponde con un 4-2-3-1, ma nei primi minuti le squadre si limitano a studiarsi senza sbilanciarsi. La prima emozione è un tiro di Cutrone deviato in corner, con la stessa sorte dall’altra parte su una buona occasione per Bianchi. L’attaccante è in palla e al 24′ sfiora il gol con una conclusione deviata e salvata sulla linea di porta di Semper. Il Como con il passare dei minuti alza i giri del motore e nella seconda metà di primo tempo è di fatto padrone del campo: un colpo di testa di Sala si spegne alto di un niente, poi Verdi di controbalzo scheggia la traversa e infine in una mischia clamorosa Da Cunha inspiegabilmente manca più volte il tap-in da due passi.
All’intervallo Maran inserisce subito van de Looi e Olzer, ma è ancora il Como a farsi preferire con un inserimento sul secondo palo di Sala che finisce alla stelle. Poi, nel momento migliore dei lariani, ecco il lampo biancoblu: Galazzi recupera un pallone e lancia il contropiede finalizzato splendidamente da Borrelli. La reazione del Como si scontra poi con Lezzerini, autore di un grande colpo di reni di Abildgaard e di due autentici miracoli su Gabrielloni e Odenthal. Al 27′ Moncini, appena entrato firma il raddoppio: Olzer si inserisce alla grande e viene murato da Semper, ma sulla respinta l’attaccante insacca indisturbato a porta vuota. Dopo sei minuti di recupero (con Moncini in porta per l’infortunato Lezzerini e quindi in dieci uomini), il triplice fischio decreta un’altra verità: la cura Maran funziona alla grande, con lui le Rondinelle non hanno ancora perso.