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Trentotto anni dopo il Brescia torna in Serie C, ora Lega Pro. Per chi, come il sottoscritto, non era ancora nato è la più grande delusione sportiva

Sportivamente parlando, è un vero e proprio dramma. Non nascondo di aver pianto al termine della partita contro il Cosenza che ha sancito la retrocessione; certo, per come si era messa in campionato essere arrivati ai playout a un certo punto era quasi un’impresa, ma subire gol al novantacinquesimo è una beffa atroce. Il più crudele dei destini, contro una squadra che di fatto in due partite ha tirato due volte in porta.

Per chi come me poi è nato negli anni novanta, è quasi inconcepibile sopportare la retrocessione in Lega Pro. Perché per noi il Brescia è una squadra da bassa Serie A e alta Serie B che lotta per non scendere dalla massima serie e in cadetteria è da primi posti. Serie C? Ma no, è impossibile. E invece quest’anno l’incubo è diventato realtà.

Abbiamo vissuto la Coppa Anglo-Italiana, gli anni di Baggio con la finale dell’Intertoto, i saliscendi con Caracciolo e la fortuna del fallimento del Parma nel 2015. Mai in Lega Pro in trentotto anni. Impossibile dai ritrovarsi a giocare contro Pro Sesto, San Giuliano City e Arzignano per esempio dopo aver calcato solo pochi anni fa campi come San Siro, Olimpico e Ferraris. E lo smacco della FeralpiSalò? La provincia che supera la città: loro promossi, noi retrocessi.

La colpa? Cellino? Facile a dirsi. Andando oltre, bisogna dire che è assurdo che una città ricca come Brescia non abbia mai avuto una vera passione verso la maglia con la V sul petto. Più facile tifare Inter, Milan e Juventus: molti quasi godono nelle sconfitte del Brescia. Perché? Non è così facile spiegarlo. La mancanza di un progetto serio e uno stadio che cade a pezzi sono sicuramente le principali cause di questo distacco che si è culminato con una serie di contestazioni volte a far cambiare la proprietà.

Ma purtroppo l’unica cosa certa è la Lega Pro che giocheremo la prossima stagione. Meritata, certo: perché i numeri delle Rondinelle sono da incubo. E ora? Boh, saranno anni difficili. Nell’anonimato della terza serie italiana ci si ritroverà a ripartire completamente da zero. Senza certezze, in un campionato che su venti squadre ne premia solamente una più un’altra dopo una serie infinita di playoff. Non sarà facile riconquistare il palcoscenico che Brescia merita; parole d’ordine progetto e chiarezza.

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