Giovedì è la partita più importante degli ultimi trent’anni: il Rigamonti deve essere una bolgia per spingere il Brescia alla rimonta
Non ci sono scusanti: chi ha a cuore le sorti del Brescia, giovedì sarà al Rigamonti. Le Rondinelle negli ultimi anni hanno giocato tante partite decisive, ma si trattava magari di incontri di playoff valevoli per la Serie A. In questa caso il destino è diverso: Lega Pro significherebbe quasi morte calcistica del Brescia.
Sarebbe il punto più basso degli ultimi trentotto anni, un sorta di punto di non ritorno. Eppure, dopo la sconfitta a Cosenza, basta vincere per essere certi dei supplementari. E diciamocela tutta: i calabresi sono di certo i galacticos. La rimonta non è impossibile, ma prima di esprimere poi opinioni negative tipiche del bresciano medio occorre essere presenti al Rigamonti.
In realtà non basterebbe fare gli occasionali solo nelle partite importanti, ma giovedì si può fare un’eccezione. Il Rigamonti deve essere caldo, infuocato, e mettere per novanta (o centottanta) minuti da parte le ostilità con Cellino. Poi, a partita conclusa, si vedrà. Ma il match contro il Cosenza deve essere una cosa a sé: o si vince o si muore.
Al San Vito Marulla l’ambiente ribolliva, tutto lo stadio era vicino alla squadra e i cancelli sono stati aperti addirittura più di due ore prima del calcio d’inizio. Cerchiamo anche qui a Brescia di fare la stessa cosa: i giocatori devono sentirsi spinti, bisogna letteralmente giocare in dodici grazie al pubblico. I prezzi magari non sono stati proprio vantaggiosi, ma davvero, in questo caso potrebbe non esserci più il Brescia come lo abbiamo sempre visto negli ultimi anni.
Una squadra di medio-alta Serie B con qualche apparizione in Serie A: ma mai in Lega Pro. Serve una risposta, la Brescia calcistica non merita di scomparire. La prima risposta deve arrivare dal Rigamonti, per una bolgia dalla grande atmosfera che tutti noi speriamo di coronare con la salvezza.