Le qualità tecniche di Tramoni non si discutono, eppure è partito titolare solo in diciannove partite subentrando poi sempre a gara in corso
Sei gol alla sua prima vera stagione da professionista dopo il prestito dal Cagliari: Matteo Tramoni, pur non essendo un vero attaccante, è al secondo posto nella classifica marcatori interna insieme a Palacio e a tre lunghezze da Moreo. Morale della favole: ha segnato più di Ayé e Bajic.
Quello che si fatica a comprendere è come il corso parta quasi sempre dalla panchina: su trentasei partite in sole diciannove occasioni è stato schierato dal primo minuto e da quando Corini è subentrato ad Inzaghi questo non è mai accaduto. Il tecnico di Bagnolo fatica a trovare a Tramoni una collocazione in campo avendolo provato sia come punta che come trequartista.
Probabilmente non è né uno né l’altro: Tramoni ha bisogno di essere libero di svariare per puntare l’uomo e creare superiorità. I colpi li ha e lo ha sempre dimostrato togliendo molte volte le castagne dal fuoco al Brescia. Contro la Spal era stato decisivo prima della rete di Latte Lath, a Crotone e Benevento i suoi gol sono valsi tre punti.
Tramoni è il giocatore della squadra che calcia di più (68 volte) e che tira di più in porta (21). Per i playoff può e deve essere l’arma in più: Corini sta studiando una soluzione per poterlo impiegare al meglio anche dal primo minuto. Saranno lui e Palacio, oltre a Moreo, gli uomini chiamati a scardinare le difese avversarie per l’assalto finale alla Serie A.