Tifo Brescia
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Roberto De Zerbi: “Lo Shakhtar ha la priorità assoluta”

L’allenatore bresciano Roberto De Zerbi ripercorre i difficili giorni vissuti in Ucraina

Nelle scorse settimane il bresciano Roberto De Zerbi ha lasciato l’Ucraina, dove allenava lo Shakhtar Donetsk, per tornare in Italia a causa della guerra. La Gazzetta dello Sport in edicola oggi propone l’intervista realizzata con lui.

LA SITUAZIONE ATTUALE.Provo un grande vuoto. Sto peggio adesso dei giorni passati a Kiev sotto le bombe. Là c’era da fare: organizzare la fuga per noi e i giocatori, parlare con l’ambasciata. Qui non si può fare niente. Solo guardare. Sentire chi è ancora là“.

ARRUOLATI.Un magazziniere e un giocatore, ma non in prima linea. A Kiev per fortuna non c’è più nessuno, siamo riusciti a spostare i giocatori nella parte occidentale del Paese. Portarli fuori purtroppo non si può: chi ha tra i 18 e i 60anni non può lasciare l’Ucraina. Alcuni dipendenti vivevano a Irpin, le loro case sono state bombardate. Il dottore abita a Obolon, bombe anche lì“.

I SEGNALI.Da dicembre si aveva notizia dei movimenti dell’esercito russo. Ma ci rassicuravano: è tutto un grande gioco, 190mila soldati non bastano a invadere un Paese di 42 milioni di abitanti. L’ambasciata italiana però ci aveva contattato per organizzare il piano di evacuazione già da quando eravamo in Turchia“.

IL RIENTRO DOPO IL RITIRO AD ANTALYA.Il giorno di City-Tottenham. Dovevamo sorvolare il Mar Nero, ma c’erano esercitazioni russe. Campanello d’allarme. Arriviamo a Kiev, ci fermiamo in hotel: non sono mai tornato a casa, avevo una brutta sensazione. Lunedì 21 Putin fa quella conferenza stampa pazzesca: cinico, prepotente, dice che l’Ucraina non ha senso di
esistere, riconosce il Donbass e Lugansk. Errore: l’ho visto con i dipendenti del club, tutti del Donbass e filorussi. E ora orgogliosamente ucraini. Comunque, pensavano tutti si fermasse lì. Il mattino del 23 febbraio facciamo allenamento, mica tanto tranquilli: in ufficio avevamo una mappa con le linee evidenziate per il tragitto da fare, verso la Polonia, la Slovacchia e la Romania. Alle 17 arriva un messaggio audio dall’ambasciata italiana: lasciare urgentemente il Paese. Ribadito da un whatsapp delle 20.27. Chiamo il d.s., Srna Dario, ci dicono di andare via. Avevamo le nostre macchine, la mia l’avevo portata a settembre, è ancora là. Gli dico che però non possiamo partire così, dobbiamo dirlo ai brasiliani, con cui già ad Antalya ci eravamo riuniti perché c’era preoccupazione. Io avevo preso posizione con loro: se volete andatevene, ma finché non sospendono il campionato io resto qua. Mi ero preso una responsabilità nei loro confronti. Srna mi tranquillizza: al 70% sabato si gioca a Kharkiv. Perfetto. Andiamo a dormire in hotel. Alle 5 del mattino ci svegliano le esplosioni“.

ALLENARE ALTROVE.Mi hanno cercato delle squadre all’estero, non ho voluto neanche parlarne. Sì, abbiamo ricevuto una lettera con cui il club ci “libera”. Ma ora non ho l’animo. Non
riesco a pensare a un’altra squadra. Ho fatto sette mesi in un Paese, non si cancellano in dieci giorni. Anzi: se dovesse riprendere prima o poi il campionato ucraino, mi piacerebbe fare un altro anno allo Shakhtar, se mi volessero ancora. Ha la priorità assoluta, aspetto finché ci sarà la possibilità di tornare. Qualunque fosse la squadra, anche senza i brasiliani, anche se non volessero o potessero puntare a vincere. Sarebbe importante per me. Perché ci hanno costretto a scappare come i ladri, ma noi abbiamo lavorato. I ladri, i delinquenti sono i russi che ci hanno invaso“.

 

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Contro il Lecco Maran cerca in extremis di recuperare Moncini, mentre dovrebbe confermare quasi in...
Le scelte del mister bresciano in vista dell'impegno di domani contro il Lecco, valido per...
Tocca a voi tifosi schierare il vostro undici ideale per la sfida contro il Lecco...

Dal Network

Altre notizie

Tifo Brescia