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Tre campioni del mondo per i 110 anni del Brescia

Le video interviste ad Altobelli, Pirlo e Toni

110 anni, tre campioni del mondo con la Nazionale italiana. Proseguono le video interviste agli ex giocatori del Brescia, disponibili in versione integrale sul canale Youtube della società: dopo Egidio Salvi tocca ad Alessandro Altobelli, Andrea Pirlo e Luca Toni. Di seguito un estratto delle loro parole.

SPILLO“Brescia è stata la mia grande fortuna: il campionato di B di metà anni Settanta era molto difficile. Ho trovato una società e degli allenatori che mi hanno permesso di crescere. Ho sempre mantenuto la casa qui anche quando giocavo nell’Inter, ho smesso dopo un’ultima stagione al Brescia: dovevo chiudere la carriera qui anche per ridare a quella città l’entusiasmo e le cose belle che mi aveva dato. I bresciani mi hanno sostenuto in tutto e sempre, sono qui dal 1974. Ho avuto la fortuna di conoscere subito Egidio, che è “il Brescia”. Convinsi io l’Inter a prendere Beccalossi. Penso di essere stato fortunato: il primo anno giocavo poco, i titolari erano Bertuzzo e Michesi, esordii a Catanzaro dopo la cessione di Ezio e segnai. Senza quella cessione magari non sarei mai diventato campione del mondo. Oggi il Brescia è una società sana, Cellino vuole riportarlo nella categoria che gli appartiene e lo si vede dagli investimenti fatti su centro sportivo e stadio”.

PIRLO“Come molti ragazzi bresciani ho iniziato a giocare nell’oratorio del mio paese, Flero, poi alla Voluntas e al Brescia. Ho avuto la fortuna di esordire giovanissimo in A, a 16 anni appena compiuti. Era il sogno della mia vita giocare in A con la maglia della mia città. Sono tornato in prestito nel 2001, avendo la fortuna di incontrare Mazzone che mi ha cambiato ruolo e di giocare con Baggio, un altro sogno che si è avverato. Da giocatore bresciano portare il nome della squadra in giro per il mondo da campione del 2006 è un motivo di orgoglio”.

TONI“Essere stato pagato tanto mi ha dato molta responsabilità. Dovevo sostituire Hubner che aveva fatto la storia del Brescia, ho avuto la fortuna di giocare con campioni  anche di umiltà come Baggio e Guardiola. Grazie a loro ho fatto molto bene il primo anno, porto nel cuore la stagione 2001-02. Mazzone lo considero come un secondo padre, mi è stato vicino nei momenti difficili degli infortuni. Molti tifosi mi dissero che era un peccato essere partito così presto: è sempre molto bello ricevere affetto anche se magari non ho fatto bene come in altre piazze”.

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