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Luciano De Paola: “Mi sento bresciano. Le sei stagioni qui hanno cementato il rapporto con la città”

luciano de paola

Con il Brescia ha vinto due campionati nel 1992 e nel 1997

Spegne oggi 60 candeline l’ex giocatore del Brescia Luciano De Paola che, per l’occasione, è stato intervistato dal Giornale di Brescia.

COME CI SI SENTE ARRIVATI A QUESTO TRAGUARDO.Sessant’anni sono tanti e un pò si sentono, ma sto bene. Fisicamente e mentalmente. Diciamo che non mi sento vecchio…“.

UNA VITA PARI PASSO COL PALLONE.Il pallone è stato la mia vita: è quello che mi ha fatto diventare grande, che mi ha dato soddisfazioni, emozioni e anche qualche delusione. Tutte cose che mi hanno aiutato a crescere. Il calcio mi ha dato la possibilità di vivere una bella vita: sei famoso, fai un lavoro bellissimo, conosci tante persone. Io al calcio devo tutto“.

IL RAPPORTO CON BRESCIA.Eh, ma io mi sento bresciano e mi considero tale. Le sei stagioni sul campo vincendo pure due campionati hanno cementato il mio rapporto con questa città e con questa gente. Il fatto che poi abbia deciso di continuare a vivere qui ne è stata la conseguenza“.

LA PIU’ GRANDE DELUSIONE DA CALCIATORE.Lo spareggio salvezza perso a Bologna con l’Udinese. Sono passati quasi trent’anni ma a volte mi torna ancora in mente. Perché quel Brescia non doveva arrivare a giocarsi quella partita. Era una grandissima squadra che ancora oggi molti tifosi ricordano tra le più forti. Ci portarono lì troppi torti arbitrali e qualche partita gettata via. Vedere piangere molti dei 20mila bresciani accorsi al Dall’Ara mi ha fatto male“.

RIMPIANTO.La mia è stata una gavetta vera, dalla terza categoria alla Serie A, per cui non ho rimpianti. E ho vinto tanto. Se proprio quell’anno alla Lazio che non funzionò anche per un equivoco che si creò al mio arrivo per un’intervista che riportò parole non vere. Quando decisi di andar via, il presidente Cragnotti mi disse che stavo facendo un errore. Ma ero già grande e va bene così“.

PROMOZIONE DEL 1992 GIOIA PIU’ GRANDE?.Anche gli anni di Cagliari furono belli, ma quella cavalcata con Lucescu resta indimenticabile. Si giocava un calcio che era già avanti come il tecnico rumeno“.

IL BOATO DEL RIGAMONTI ALLE SFORBICIATE.Lo facevo apposta. Sapevo che la gente l’aspettava e quando era il momento giusto, oplà“.

PERCHE’ IL BRESCIA NON RIMANE STABILMENTE IN A.Una volta perché le piccole non erano tutelate e subivano torti arbitrali devastanti. Oggi perché, e non solo a Brescia, mancano società organizzate che credano davvero in quelli che chiamano progetti. De Zerbi al Sassuolo ha avuto la possibilità di restare tre anni e ha costruito una macchina perfetta. E ha mostrato un grande calcio. Guardiola è il più grande, ma Roberto diventerà come lui“.

 

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