Otto giocatori del Monza hanno passato una serata in un casinò a Lugano, fuori dall’Italia: ATS brianzola ha imposto loro la quarantena
Sarà un finale di campionato infuocato, sia sul campo che per vie legali: dopo il caos scoppiato a Monza per gli otto giocatori usciti dall’Italia, sono pronte a scatenarsi le battaglie legali. La società brianzola ha riconosciuto l’errore dei propri tesserati attraverso un comunicato: “Non è vietato recarsi in Svizzera; è però stata senz’altro una leggerezza averlo fatto in questo periodo. I predetti calciatori intendevano trascorrere insieme qualche ora libera del pomeriggio. Hanno peccato di ingenuità e hanno riconosciuto l’errore. L’AC Monza ha prontamente comunicato l’ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale di riferimento e continua a osservare il protocollo anti Covid-19 della Figc, che prevede che i calciatori possano svolgere le loro attività sottoponendosi a tamponi periodici”.
Dopo un viaggio all’estero è però obbligatorio rispettare il protocollo che prevede cinque giorni di quarantena, ma l’ATS Brianza vorrebbe sospendere le loro attività fino al 6 maggio: se così fosse il Monza scenderà in campo contro Salernitana e Lecce, due sfide dirette fondamentali, senza i giocatori coinvolti in questo fattaccio. L’anomalia, però, riguarda il blocco imposto dall’ASL che andrebbe oltre i 5 giorni di stop. Probabile che Galliani impugni l’ordinanza: le zone alte di classifica potrebbero essere decise anche dai tribunali.