Pochissime idee e baricentro basso: contro il Chievo la difesa aveva retto bene, ieri è crollata due volte
Il Brescia fallisce la prova del nove e manca ancora l’appuntamento con il secondo successo consecutivo. Come analizza il Bresciaoggi in edicola, i principali motivi di questa sconfitta sono due: la maggior vena offensiva dei grigiorossi rispetto ai veneti di domenica scorsa e una difesa meno attenta.
È sicuramente Pajac il peggiore della retroguardia: poco propositivo in fase di spinta, commette anche due errori in occasione delle due reti ospiti. Il croato è colui che commette il fallo su Ciofani che procura il rigore e si fa abbindolare dalle finte di Baez sul cross per il raddoppio. Sul colpo di testa dell’attaccante avversario, Chancellor è ben posizionato su Gaetano, mentre è Mateju a non marcare Ciofani.
Il ChievoVerona aveva tirato in porta 3 volte su 22 tentati e i grigiorossi 6 su 17. Un’altra differenza sta proprio in questi dati: la differenza tra una vittoria e una sconfitta passa soprattutto da quanto si concede agli avversari e quanto loro sono bravi a realizzare le occasioni che gli vengono concesse.
Sul piano offensivo il Brescia invece è stato praticamente nullo con il solo lampo di Skrabb sul gol del vantaggio: verticalizzazione del finlandese per Donnarumma che appoggia poi ad Ayè per depositare in rete il pallone. Difficile costruire se preferisci un incontrista puro come Labojko ad un regista come van de Looi, specie se poi Bisoli incappa in una giornata no e mancano spesso i suoi inserimenti.
Nel finale non c’è nessuna reazione: i subentrati sono impalpabili e solo Ragusa manca il bersaglio. Clotet, fedelissimo al suo 4-3-1-2, non cambia modulo ed è facile per gli avversari impostare la gara. Le sostituzioni a gara in corso sono tutte neutre e solo per il forcing finale (fin troppo effimero) saltano gli schemi con Bjarnason regista basso e Chancellor attaccante aggiunto.