Antonio Filippini: “Il rischio retrocessione c’è, ma il Brescia deve pensare positivo”

L'analisi dell'ex Brescia

Intervista esclusiva di Antonio Filippini al Giornale di Brescia:

IL RECORD DI BISOLI – “Sono contento che mi abbia scalzato dal quarto posto uno con le mie stesse caratteristiche. Per questo gli faccio i miei più sinceri complimenti. Ora deve puntare ai primi tre posti. In fondo ha solo 31 anni e il tempo per provare ad agganciare i vari Caracciolo, Salvi e Bonometti c’è tutto. Ecco, se non fossi andato via, probabilmente, io li avrei superati tutti…”.

SENSO DI APPARTENENZA – “Devi stare bene e sentire tua quella città, tua quella piazza, tuo quell’ambiente. E poi sentire quel senso di appartenenza. Per fare sì che la squadra ne possa beneficiare, deve coinvolgere un gruppetto di almeno 6-7 giocatori che da più anni militano in quella squadra e creano quell’empatia della quale tutto il gruppo può beneficiare”.

IL BRESCIA – “Chiaro che è stata una situazione particolare, che peraltro capita molto raramente. Ed è altrettanto chiaro che il fatto che il Brescia navigasse, e navighi ancora, in cattive acque l’ha resa ancora più difficile. A livello professionistico, sono sempre i risultati che determinano il buon funzionamento di tutte le dinamiche. E il risultato, per fortuna o purtroppo, viene sempre prima di tutto”.

NIENTE ALIBI – “Se ci si attacca a queste cose, si creano degli alibi pericolosi. In fondo, prima della partita con lo Spezia, nessuno pensava che il Brescia potesse andare a sbancare il Picco. Ma è successo. Il nostro cervello è predisposto, quando succedono imprevisti, a cercare sempre gli aspetti negativi consumando energie, e a non vedere magari quelli positivi. Ad esempio la Reggiana, in emergenza o no, ora deve incontrare il Brescia all’ultima giornata. E magari in quel momento la squadra emiliana potrebbe già essere rassegnata. In questo momento le rondinelle hanno avuto più giorni di lavoro e hanno avuto occasione di recuperare qualcuno, come Borrelli, che potrà essere a disposizione per affrontare al meglio il Pisa. In teoria, la sfida ai toscani avrebbe dovuto essere a soli quattro giorni di distanza da quella con la Reggiana. Insomma, il Brescia deve pensare solo alla cose positive e a questa partita che l’attende, dando il cento per cento”.

SERIE C – “ll rischio c’è, non lo si può negare. La squadra non riesce a trovare costanza nei risultati e, soprattutto in casa, gioca con l’ansia di dover ritrovare la vittoria a tutti i costi. Il Brescia deve mettersi in testa di giocare partita per partita, senza pensare alle pressioni o a quello che è stato. È l’unica strada”.

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