Dal 13 maggio Brescia è passata dall’urlo liberatorio al silenzio più assordante. Tutto è avvolto nel riserbo. L’attesa è spasmodica, anche tra i sostenitori più in vista. E per non disturbare il manovratore, preferiscono astenersi da ogni commento. Il segnale che, in alcun modo, si vuole compromettere il buon esito dell’operazione condotta da Pasini, dalla stragrande maggioranza a Brescia ritenuta la migliore possibile (in realtà anche l’unica, in questo momento) per il futuro della società fondata nel 1911. Pasini e il suo staff stanno lavorando senza sosta per farsi trovare pronti all’appuntamento, per sfruttare nel migliore dei modi l’occasione delle occasioni: trasferirsi a Brescia senza spendere un centesimo per rilevare la società.
Bisogna scegliere lo staff, costruire una rosa competitiva che possa puntare all’immediato ritorno in Serie B, riorganizzare la logistica per la prima squadra e per il settore giovanile. In questi ultimi anni Brescia e Feralpisalò hanno seguito strade diametralmente opposte: Cellino lo ha azzerato, Pasini lo ha arricchito anno dopo anno. E questa è già un’ottima base di partenza. Soprattutto non bisogna andare oltre il 15 luglio con il cambio di denominazione e sede.Un secondo appuntamento con l’Amministrazione comunale non è ancora stato fissato. La sindaca aspetta Pasini ma solo quando i contorni saranno più definiti e meno sfumati di adesso.
Tutti procedono con i piedi di piombo, i diretti interessati soprattutto. Il motivo: capire le intenzioni di Massimo Cellino. Che in questo momento è ancora formalmente il presidente del Brescia, che non è stato colpito da alcun provvedimento definitivo. Lo sarà dopo il 24 giugno, il termine entro cui le società che hanno avuto la deroga federale (oltre al Brescia, anche Frosinone, Salernitana e Sampdoria) per presentare la fideiussione e i documenti sull’impiantistica. Il 26 si riunirà il Consiglio federale per esaminare la documentazione e dare il via libera all’iscrizione. Il Brescia, anche se presenterà tutto nei modi e nei termini previsti, sarà escluso dai campionati professionistici per non aver saldato, entro il termine perentorio del 6 giugno, le pendenze dei calciatori (stipendi, contributi, ritenute). Cellino però ha la concessione con il Comune per l’utilizzo del Rigamonti fino al 2028. L’entourage di Pasini fin dal primo giorno si domanda: è revocabile questa concessione per permettere al nuovo Brescia di poter giocare le gare interne nel suo stadio? Da Palazzo Loggia sono convinti di sì.