Maran conferma lo stesso undici di Mantova, mentre la Reggiana, già salva, schiera l’undici che avrebbe dovuto schierare nel match rinviato a Pasquetta. L’inizio di partita è tutto del Brescia con un forcing nei primi minuti: Borrelli due volte di testa (con un miracolo clamoroso di Motta), Besaggio che sfiora l’esterno della rete e Galazzi che sfiora l’esterno della rete dopo uno svarione del portiere dimostrano come la differenza di posta in palio sia evidente. Con il passare dei minuti però la pressione biancoblu si affievolisce la Reggiana respira, fino al 24′ quando Bianchi si inventa un gol capolavoro con una gran conclusione sotto la traversa. Missione compiuta? No, perché il Brescia arretra il baricentro e si limita a controllare. Fino al recupero quando va completamente in bambola: nell’ultimo minuto Lezzerini è prodigioso a salvare un colpo di testa di Girma, ma poi lo stesso attaccante deposita in rete a porta vuota per una pareggio che ha dell’assurdo.
Il Brescia torna dall’intervallo impaurito e dopo nemmeno un minuto rischia con un contropiede di Girma sventato da Lezzerini in uscita bassa. Di fatto è l’unica emozione del secondo tempo: il Brescia che deve vincere non combina nulla se no due miseri colpi di testa di Moncini, mentre la Reggiana, venuta al Rigamonti in clima di festa, si limita a controllare la contesa. Con il passare dei minuti l’attenzione passa sulla Sampdoria che in caso di gol, manderebbe il Brescia in Lega Pro; si rischia lo psicodramma fino al minuto 81′ quando un tiro da fuori area di Verreth viene deviato da Sersanti e spiazza Motta. E’ il tripudio del Rigamonti (dopo 25 giorni) per la fine di un agonia che significa salvezza.