Protagonista della prima puntata di Casa Pagani 2.0, Daniele Adani alla domanda su quale squadra (tra quelle difese nel corso della sua carriera) si sia maggiormente avvicinata al concetto di casa, ha così risposto: “Dico Brescia, dove sono stato due volte: la prima, dai venti ai venticinque anni, periodo nel corso del quale sono cresciuto come uomo e giocatore; la seconda, quella del ritorno, a trent’anni, nel corso della quale ho scoperto, nel rapporto professionista-uomo, una cosa che capita spesso, ovvero il tradimento. Per tornare a Brescia, che era stato un luogo di amore totale e di crescita, come dicevo, pesonale e professionale, rinunciai a tante opportunità: uscivo dall’Inter, erano tante le possibilità dove avrei potuto guadagnare tanto, ma volevo dare i miei ultimi sforzi a un posto per me così importante. Nonostante queste intenzioni, nel rapporto tra società, squadra e tifosi, qualcosa non andò: i profeti in patria non esistono, si ritorna e si viene additati come causa dei problemi del momento. Brescia, ad ogni modo, resta la casa, sia in un momento bello che in un momento brutto”.