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La ‘Hall of Fame’ accoglie ‘Spillo’ Altobelli: “Quando mi acquistò il Brescia…”

La ‘Hall of Fame del Calcio italiano’ accoglie l’ex Brescia Alessandro Altobelli

Di seguito un estratto delle sue parole dal sito della Figc: “Ricevere questo premio è una bella sorpresa e una grande soddisfazione. Non è da tutti entrare a far parte della storia del calcio italiano, servono sacrifici e bisogna farsi trovare pronti nei momenti cruciali. Devo ringraziare tutti i compagni di squadra dell’Inter e tutti i grandi campioni con cui ho avuto la fortuna di giocare in Nazionale”.

Centravanti completo, dotato di un’ottima tecnica di base e forte nel gioco aereo, ha sempre avuto un particolare feeling con la porta, pur non riuscendo mai a vincere la classifica dei marcatori della Serie A. Il suo nome è legato indissolubilmente all’Inter, dove tra il 1977 e il 1988 ha collezionato 466 presenze, realizzando ben 209 reti e vincendo uno Scudetto e due Coppe Italia: “Dopo il secondo anno a Brescia mi volevano tutti: Milan, Juventus, Inter. La fortuna volle che il presidente del Brescia era Francesco Saleri, tifosissimo dell’Inter. Fu lui ad accompagnarmi a Milano per la firma”.

E pensare che ‘Spillo’ stava per intraprendere una strada molto diversa: “Terminata la scuola media, mio padre mi disse che era arrivato il momento di imparare un mestiere. E così mi mandò da un suo amico che faceva il macellaio. Diventai presto bravo, con la carne ci sapevo fare”. Ed è a questo punto della storia che entra in scena Gaspare Ventre, barbiere di Sonnino, piccolo centro di settemila abitanti in provincia di Latina dove Altobelli è nato e cresciuto: “Fu lui a mettere in piedi la Spes, la squadra del paese. Appena potevo scappavo via dalla macelleria per andarmi ad allenare. Ai bambini che iniziano a giocare dico sempre che se sono riuscito a diventare campione del mondo io, cresciuto in un paese dove non c’era neppure il campo del calcio, possono riuscirci anche loro. I più bravi della squadra eravamo io e Giovanni ‘Giannino’ Bernardini. Un giorno un signore di nome Nando viene al campo per farci firmare un foglio, vuole che andiamo a giocare con il Latina. Non firmo perché a Latina c’è un’azienda, la Fulgorcavi, che ha la sua squadra di calcio. Se mi chiamano, penso, posso giocare e allo stesso tempo avere un lavoro assicurato. Nando però torna una seconda, poi una terza volta e insieme a quel foglio mi mette sotto agli occhi una banconota da cinquantamila lire. A quei tempi impiegavo una settimana per guadagnare cinquecento lire, mi sembrava una somma incredibile. E così ho firmato ed è stata la mia fortuna”.

Da Latina passa un altro treno, direzione Emilia Romagna: “Vado a Cesena a fare un provino. Organizzano un’amichevole, segno e mi metto in luce. Quando sto rientrando a casa mi chiamano per dirmi che mi ha acquistato il Brescia. Pochi giorni prima c’è stato l’attentato in Piazza della Loggia, mia madre non vuole che parta, dice che è pericoloso. La rassicuro, le dico di non avere paura. Che devo soltanto pensare a giocare a calcio”.

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