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Di Cosimo (regista del film su Mazzone): “Carlo era molto emozionato. Dovere morale inserire la scena su Vittorio Mero”

paris saint germain

Il film è su Amazon Prime da ieri

Alessio Di Cosimo, regista del docufilm su Carlo Mazzone, è stato intervistato dal Corriere della Sera di Brescia e, nell’articolo firmato da Luca Bertelli, ha svelato il dietro le quinte del film sull’ex allenatore delle rondinelle.

L’IDEA DEL FILM.Ho conosciuto Iole e sono andato a cena con lui e suo padre Massimo, che è il figlio di Carlo Mazzone. Gli aneddoti che mi vennero raccontati e le emozioni mi ispirarono e dissi “devono essere inserite in un progetto”“.

IL PUNTO DI PARTENZA.Volevo puntare su tre piazze: Ascoli, Roma e Brescia perché le rondinelle dell’epoca sono una squadra indimenticabile. Oggi sarebbe potuto andare in Champions, me lo ha detto anche Pep Guardiola. Guardiola? L’ho incontrato lo scorso mese di marzo quando con il suo Manchester City era in piena lotta per il titolo e, nonostante avesse molte intervista in programma, diede subito la sua disponibilità. Lo incontrai insieme a Gianluca Nani durante un allenamento. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se Mazzone non gli avesse trasmesso tanta umiltà nella parentesi a Brescia“.

L’INCONTRO CON BAGGIO.Mi ha accolto lui in carne ed ossa nella sua abitazione ad Altavilla Vicentina. Lì ho potuto assistere ad autentici pellegrinaggi da parte dei tifosi che gli citofonano per un autografo o una foto. E’ stato il momento più magico“.

MAZZONE CHIEDE UN PALLONE SUL CAMPO DI GIOCO DELL’ASCOLI.E’ stata una sorpresa per tutti perché non era in programma. La moglie ci ha detto che non vedeva i suoi occhi così felici da molto tempo. E’ una frase che non dimenticherò mai, come la commozione di Carletto alla “prima” in quel di Ascoli. Questo è il risultato più bello della produzione“.

ALTRI EPISODI NON PREVISTI.L’omaggio a Vittorio Mero. Ho avvertito un dovere morale dopo aver sentito il racconto dei protagonisti di quel Brescia. I gemelli Filippini mi hanno detto che Mazzone decise di devolvere il premio salvezza al figlio rimasto orfano“.

IL TITOLO.Il titolo “Come un padre” l’ho scelto subito e non l’ho più cambiato. Ranieri, Guardiola e tutti gli altri mi hanno ribadito che era perfetto. Consiglio a tutti, anche ai non amanti del calcio, di vedere quella che è la storia di un uomo“.

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