Per la Cassazione può essere legittimo il sequestro dei 59 milioni, ora tocca al Riesame
Quella che è alle porte rischia di essere un’estate rovente per il Brescia: la Corte suprema ha dato ragione alla Procura di Brescia che contesta una serie di reati fiscali a Massimo Cellino e che ora punta al maxi sequestro di 59 milioni. La Cassazione, come scrive il Giornale di Brescia, ha fissato i paletti per il nuovo pronunciamento del tribunale e l’udienza potrebbe essere celebrata entro luglio.
I giudici, scrive il quotidiano di via Solferino, hanno: riconosciuto il reato di esterovestizione contestato a Cellino, dichiarato utilizzabili le intercettazioni telefoniche e ambientali nei confronti del presidente del Brescia e soprattutto stabilito il quantum del sequestro di beni che ora il Riesame potrebbe firmare. Si parla di poco più di 59 milioni di euro transitati sul trust “The MC family trust number 1” creato dal patron delle rondinelle nelle isole Jersey (Canale della Manica).
Nel mirino della magistratura rischia di finire la galassia di società riconducibili a Cellino e, come riporta Andrea Cittadini nell’articolo, la Cassazione ha scritto: “Il complesso schema di società controllate, tra loro utilizzate come schermi giuridici da Cellino per sottrarsi al Fisco, costituisce il prodotto di un disegno realizzato a tavolino, articolato e protratto nel corso di anni nell’ambito di una stabile determinazione criminosa finalizzata all’evasione fiscale e all’impiego dell’illecito risparmio di spesa conseguito”.