La battaglia contro la nascita della Superlega si scontra con la decisione di far giocare le partite alle ore 14 di giorni infrasettimanali
Non si parla d’altro: la Superlega creata da 12 top club europei ha creato uno scisma clamoroso nel mondo del calcio. Ovviamente le parti chiamate in causa tirano l’acqua al proprio mulino con la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori contraria a questa sorta di dittatura imposta per denaro.
I tifosi sono stati i primi ad esporsi difendendo il vero senso dello sport, ossia la competizione. Perché chi perde non rischia di retrocedere e chi vince non può sognare di scontrarsi (e magari battere) le super potenze calcistiche? La morale dei contrari, tra cui la nostra Lega, si rinchiude nel pensiero di un romanticismo che sparirebbe definitivamente.
“Il calcio è dei tifosi” è il motto più usato nelle ultime ore. Che senso ha però fare battaglie contro questa Superlega se poi piazzano tutte le partite di Serie B alle 14, per lo più nei giorni feriali? Come fa una normale persona con un lavoro a guardarsi la squadra per la quale tifa? Gli stadi sono chiusi, ma le gente paga comunque DAZN per potersi svagare in quei novanta minuti.
Siamo di fronte al solito finto moralismo: si guarda sempre in casa degli altri senza pensare a sé stessi. Si accusano nel nostro paese Inter, Milan e Juventus alimentando lo sdegno popolare e poi però si voltano le spalle proprio ai tifosi, la base di questo sport soprattutto nella serie cadetta. Alla fine conta sempre e solo il dio denaro.