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L’esordio casalingo dei cinque allenatori: Il Brescia non ha mai perso

Quattro tecnici (il quinto, Gastaldello, è stato allenatore pro tempore) non hanno mai perso alla loro prima partita al Rigamonti

Cambiare quattro allenatori in una stagione è una scelta discutibile ed è sinonimo di mancanza di un progetto. Massimo Cellino però non è nuovo a questo tipo di soluzioni e così in questa stagione son ben cinque i tecnici che si sono seduti sulla panchina del Brescia.

DELNERI. L’avvio di stagione è stato in mano a Delneri, durato soltanto due giornate, ma in tempo utile per debuttare al Rigamonti con un pareggio contro l’Ascoli. L’1-1 finale, al termine comunque di una prestazione convincente, aveva lasciato l’amaro in bocca per le tante occasioni non sfruttate e la rete in apertura di Cavion, a lungo cercato dalle Rondinelle, è stata riacciuffata da Donnarumma.

LOPEZ. Il successore di Delneri è stato l’uomo di fiducia di Cellino, Diego Lopez. Il tecnico uruguagio, dopo la retrocessione della scorsa stagione, ha esordito per il suo secondo mandato con una sontuosa vittoria casalinga contro il Lecce. Un 3-0 netto, senza esitazioni, firmato dalla doppietta di Ndoj e dal primo sigillo in maglia biancoblu di Ayè. Inutile dire che dopo quei tre punti Brescia sognava un campionato ben diverso da quello che ora si sta materializzando.

DIONIGI. Tre sconfitte consecutive costarono ancora a Lopez; dall’undicesima giornata è il turno di Davide Dionigi, chiamato a risollevare le sorti di una squadra, costruita per essere promossa, che naviga a metà classifica. L’ex condottiero dell’Ascoli cambia modulo passando alla difesa a tre e il suo esordio al Rigamonti è da segnare col cerchiolino rosso: arriva la Salernitana, all’epoca capolista. Anche in questo caso non c’è avversario che tenga per la prima casalinga e van de Looi, Spalek e Bjarnason piegano 3-1 i granata facendo intravedere finalmente anche un gioco votato all’attacco.

CLOTET. È soltanto un fuoco di paglia però perché un mercoledì qualunque di inizio febbraio se ne va anche Dionigi facendo spazio a Pep Clotet che, in attesa di alcuni documenti, assiste alla sua prima partita in tribuna accanto a Cellino. Spazio quindi al suo vice Gastaldello che, contro il Cittadella, è protagonista di un primo tempo da incorniciare prima di subire una rimonta che conclude l’incontro sul 3-3. Poi si arriva a ieri con il debutto dell’allenatore spagnolo: tradizione mantenuta anche contro il ChievoVerona mantenendo addirittura la porta inviolata 121 giorni dopo l’ultima volta.

La scossa generata da ogni cambio in panchina ha portato al Brescia ottimi risultati; il problema è stato poi la prosecuzione, la mancanza di continuità. I giocatori sembrano recepire nel breve periodo le nuove indicazioni di ogni allenatore, ma con il passare del tempo perdono troppo velocemente la motivazione necessaria. Sperando di non dover aggiornare questa statistica con un sesto allenatore, le mosse di Cellino, col senno di poi, hanno avuto senso.

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