Il portiere del Brescia, Jesse Joronen, si è raccontato sulle colonne del Giornale di Brescia parlando di come si è integrato in Italia
Il portiere finlandese delle rondinelle Jesse Joronen è stato raggiunto per un’intervista telefonica dalla giornalista Erica Bariselli. Le sue parole sono riportate nell’edizione odierna del Giornale di Brescia.
DOPO OLTRE UN ANNO A BRESCIA. “Mi sento cresciuto e arricchito soprattutto culturalmente. Sto facendo questa intervista in italiano: per me è un traguardo importantissimo“.
SULL’ITALIANO. “Da quando conosco meglio la lingua, imparata attraverso applicazioni e grazie al fatto che quando arrivai a Darfo era in camera con Gastaldello che non sapeva l’inglese e quindi ero costretto a fare in fretta, mi sento integrato e quindi riesco a parlare, a dire la mia. Ho due parole preferite in italiano: la prima è ordine, la seconda è insieme“.
LEADER. “Provo a trasmettere la passione e il cuore che ci metto, la rabbia che provo quando perdiamo. Tocca a noi prenderci le responsabilità e sentircele addosso“.
SULLA SITUAZIONE ATTUALE. “Non saprei dire che cosa non è andato bene fino a qui: penso non sia solo una cosa. Ma penso anche che possiamo ancora riaprire i giochi. Mi ritengo un privilegiato. Faccio il lavoro che amo. Per me straniero è mentalmente difficile dover stare tanto senza poter vedere la mia famiglia a causa del Covid. Però mi adatto“.
COSA LO FA SENTIRE BRESCIANO. “Amo mangiare pesce e verdura… ma quanto mi piacciono i casoncelli? Peccato però che non vadano troppo bene per l’alimentazione di un professionista e che io non possa mangiarli tutti i giorni“.